Finalmente in mare: Emma torna a solcare le acque del Mar dei Caraibi con l’eleganza di cui solo un Hallberg-Rassy è capace di fare. Una vera gioia. Trovate di seguito il link con il track per seguirci.
In questa piccola introduzione ufficializzo che PROGETTO PACIFICO verrà pubblicata una volta ogni due settimane e mi impegnerò a inviarla ogni domenica sera, tempo, condizioni e connessioni permettendo.
Grazie Safe Harbour
– ultima settimana di lavori a Puerto Rico
Faticosa. Quando sei in cantiere e inizi a tirare fuori cose e aggiustare cavi e tubi è una never-ending story. Ogni volta che metti mano a qualche circuito, salta fuori qualche nuovo possibile collegamento da fare, molto più funzionale di quello che c’è adesso, e così, ALÈ: passa pinza e chiave inglese, apri un altro cavo, sposta il filtro, elimina altri tubi, monta nuovi pezzi, trova le viti giuste, “dove hai messo il cacciavite a croce?”, pulisci, richiudi, metti tutto a posto. E la mattina dopo si riparte: apri il vano motore, trova la pompa per l’olio, “le vecchie taniche per l’olio esausto dove le abbiamo messe ieri?”, controlla il circuito di raffreddamento, “questo collegamento è un po' arrugginito” e intanto passano le giornate. Fortuna che a pranzo abbiamo ancora la lasagna di Pasqua come schiscetta!
Il 5 aprile arriva e il bilancio delle settimane in cantiere è positivo: i ragazzi di Ken, il manager della società a cui sono stati affidati i lavori importanti, sono stati davvero forti e molto seri. Un cantiere con una bellissima energia e dove sanno far girare bene le cose, con efficienza e serietà. Così succede che per davvero la barca è pronta ad entrare in acqua nella data stabilita, senza ritardi e senza guai.
Facciamo il punto dei lavori:
Togliere vecchio dissalatore e eliminare tubi e filtri del circuito vecchioTogliere generatore e indagare meglio le cause della sua definitiva morte + eliminare cavi del suo circuitoSistemare e rimontare rulla Genoa → grazie Jorge sei il nostro mito!Osteriggi di prua e di dritta: smontaggio, risaldatura e rimontaggioStarlink, installazione con saldatura a poppaMotore: cambio d’olio e cambio filtri, pulizia pezzi del circuito di raffreddamento e check di tutto il circuito elettrico e non soloPilota automatico, comprare uno nuovo di riserva e, in acqua, verificare che tutto giri bene. Abbiamo un sensore all’avanguardia che lo fa lavorare da voto 10.Carena sistemata e antivegetativa rimessa nuovaPulire e ordinare tutta la fuffa che c’era a bordo tra pentole e cose varieCheck e organizzazione documenti e materiali di sicurezzaCheck drizze + montaggio drizza di riserva
Pulire e ordinare attrezzi
El pescado
avviso che i prossimi passaggi potranno essere un po' crudi
Parentesi alla GEO&GEO – Puerto Rico e la pesca
La posizione geografica dell’isola di Puerto Rico, fa sì che, a poche miglia dalle sue spiagge dorate, si trovi uno deile zone più profonde dell’Oceano Atlantico: 8.300 metri di profondità. Questo salto di profondità rende la zona intorno all’isola molto pescosa e molto ricca di diverse e particolari specie di pesci come mahi-mahi (dorado), wahoo, tonni e i blue marlin. Questo ha fatto sì che negli anni diventasse una località famosa per la pesca sportiva e la pesca d’altura - link.
Il barracuda
A poche miglia dalle coste di Fajardo il nostro mulinello inizia a fremere. Nell’euforia generale, ogni membro dell’equipaggio ha il suo compito: Giacomo prende in mano la canna da pesca e inizia a tirare su, Loïc è pronto a bloccare e tenere fermo il pesce sulla poppa, mentre a me spetta il compito di fermare prontamente la barca e documentare il glorioso momento. Dalla mia prospettiva non si capisce molto ma in pochi secondi succede di tutto: il pesce viene tirato in barca, Loic tenta di prenderlo per la coda. Il barracuda lotta e prima di arrendersi ai suffumigi della Vodka, tenta di liberarsi dalla morte con un ultimo e potente morso diretto al pollice di nostro Loïc lasciandogli tre profondi tagli.
Urla, un bel po’ di sangue e ingiurie generali. Salviamo il pollice di Loïc e torniamo sul barracuda e, mentre iniziamo a sognare piattini prelibati, il nostro consulente Michael, italo-americano conosciuto a Puerto Rico e pescatore di grande esperienza, ci informa dell’alta possibilità della presenza della Ciguatera, una tossina presente in molti pesci che abitano la barriera corallina e che vengono mangiati frequentemente dai Barracuda. Decidiamo di non correre rischi e rilanciamo la nostra lenza in mare, sperando di ricompensare il coraggio del nostro Loïc.
A nastro
Dopo pochi minuti, la lenza tira di nuovo. Un bellissimo King Fish esce dall’acqua, già morto. Nel viaggio fino alla barca deve aver attirato l’attenzione di un predatore che ha provato a mangiarselo portandosi via mezza coda. Ah, la natura. Ci rallegriamo lo stesso, la carne è ottima ed è comunque un bel pescione, inoltre, troviamo al suo interno le uova, una vera rarità che verrà omaggiata dal nostro capitano in uno spaghetto aglio e olio e peperoncino davvero unico. La sera stessa, per tirare su il morale del nostro ferito, mi lancio nella preparazione della Ceviche, un piatto che fa sognare le coste e i colori del Perù.
Davanti a noi abbiamo 1000 miglia nautiche che si traducono in 7 giorni di navigazione no-stop. Navigare da Puerto Rico fino a Panama equivale a navigare da Genova fino a Mykonos, senza stop mozzarelle in Campania.
Domenica 7 aprile, attacco il turno dell’alba dalle 6 alle 9 e, entusiasta di mangiare pesce crudo, butto in mare la lenza. I pescatori lo sanno, alba e tramonto sono i momenti migliori per pescare e poi, stiamo ancora andando a motore, gli Alisei non ne vogliono sapere di farci aprire le vele.
L’alba ci ricorda con umiltà che siamo organismi che vivono in un sistema complesso e solo il rumore del mulinello che inizia a girare poteva distrarmi da questi miei pensieri. Che adrenalina, quando inizi a tirare la lenza e non sai se il pesce ha abboccato bene o se riuscirà a liberarsi prima… e dall’acqua esce un bellissimo Mahi Mahi dai colori verdi e blu, dalle perfette dimensioni per il nostro forno.
Non vorrei che questa narrazione diventasse noiosa ma il sottotitolo di questo paragrafo “a nastro” non è stato scelto a caso. Comunque siamo sul finale, anche perché non avendo il freezer non possiamo permetterci di pescare ancora. A coronare questi primi 2 giorni di navigazione, tra pesca, sfilettature precise e piattini prelibati, è stato il dio dei mari: un tonno rosso di circa 10 kg pescato il pomeriggio dell’8 aprile e che ha ufficialmente chiuso la battuta di pesca.
Allego le foto senza aggiungere ulteriori commenti, dico solo sashimi pazzesco.
Il vento
Apriamo il Genoa e tra un pesciolino al forno e l’altro inizia ad alzarsi il vento. I prossimi 4 giorni di navigazione si prospettano intensi e con condizioni meteo abbastanza toste; infatti, al largo della Colombia si crea quello che si chiama l’effetto Venturi: un fenomeno meteorologico il cui termine viene prestato dalla fluidodinamica. Il vento viaggia a velocità abbastanza costante, ma, in presenza di barriere geografiche, così come l’acqua che scorre, accelera quando trova un canale più stretto, così anche il vento accelera quando incontra una costa montuosa. Infatti, l’aliseo che ci accompagna, i primi giorni si mantiene su regimi di 10/15 nodi (28 km/h), andando sempre più a crescere con il nostro avvicinarci alle coste della Colombia, raggiungendo una velocità massima di oltre 30 nodi (55 km/h) e creando onde alte 3/4 metri.
E tra turni di notte, rodeo tra le onde, e riduzioni di Genoa le giornate passano veloci, forse non tanto per il nostro Loïc che tra mal di mare e un dito fuori gioco era un po' in difficoltà. La gioia dei suoi occhi quando abbiamo messo piede a terra e ci siamo seduti al bar della Marina ci ha rivelato quanto dura sia stata quest’esperienza per lui.
Il ragazzo è un francese di 23 anni che stava girando come hitchhiker tra Asia e Sud America. Quando ha visto il nostro post in cui cercavamo equipaggio per la traversata si trovava in Colombia ed era un po' di tempo che aveva voglia di capire cosa succedesse in un viaggio in barca a vela e, dopo qualche videochiamata, è saltato sul primo aereo per Puerto Rico. Molto francese, è stata una presenza importante e ci ha dato un mano nel gestire i ritmi di sonno e guardia e, nei rari momenti di lucidità dal mal di mare, ci ha fatto sognare la Cina e l’Asia con i suoi racconti di viaggio.
Nella foto la crew al completo.
Il 13 aprile siamo arrivati a Panama, più precisamente nel distretto di Colon. Emma è ormeggiata nella placida Shelter Bay Marina. Qui si respira una bella energia, la maggior parte delle barche qui ha una storia da raccontare: dagli anziani americani in pensione che veleggiano tra i Caraibi e le San Blas, fino ai capitani di vecchia data, piagati dal sole e dal sale con le loro avventure nel Pacifico.
Eccoli alcuni locals stanno iniziando a preparare la griglia per il barbecue collettivo di questa sera, si è fatto tardi e si aprono le prime birrette.
Il 18 aprile attraverseremo il Canale di Panama con la nuova crew con cui navigheremo fino alla Polinesia Francese… questa settimana si prospetta bella piena di cose da organizzare e da far girare, non vediamo l’ora!
Ci saranno nuove storie e nuove persone.
Nel frattempo, mando i primi bacetti ventosi
Mirta, grazie per il tuo racconto! Sembrava di essere in mare con voi! Alla prossima puntata!